domenica 23 dicembre 2012

Panettone senza latte e burro

Che voglia di panettone ma con il quantitativo di burro che contiene il panettone tradizionale, per me è sempre un sacrificio e per molte persone un vero dolce proibito.
Quest'anno ho deciso di sperimentare. Ho cercato di provare la ricetta tradizionale del panettone ma sostituendo il burro con un olio di semi. Certo so che non è esattamente la stessa cosa ma volevo ottenere un dolce più simile possibile a un tradizionale panettone. In commercio ci sono parecchi prodotti confezionati senza latte e derivati ma devo dire che non sono una gran colsolazione.. meglio provare a farlo da sé. Riuscirò nell'impresa? Ho pensato: "è un'impresa assurda! Ci vogliono tantissime ore di lavoro... forse lascio perdere, ho così poco tempo.. andrà a finire che ci lavorerò di notte :( "
Invece devo dire che con un po' di organizzazione sono riuscita a cavarmela. Ho adattato un poco i tempi di lievitazione ai miei orari e semplificato un poco la ricetta, e non è andata male.
Il risultato è stato un panettone ben lievitato e alveolato anche se non molto elastico... comunque una bella soddisfazione!

Ingredienti
ricetta tratta da: "Grande enciclopedia illustrata della gastronomia"

per la biga
90 g di farina forte
1 g di lievito secco
75 g di acqua
1 cucchiaino di malto d'orzo (o miele)

per il panettone
400 g di farina
130 g di olio di semi
130 g zucchero
4 cucchiai di acqua
1 uovo intero
3 tuorli
100 g di uvetta
60 g di cedro candito
2 arance non trattate
sale

1° impasto
200 g di farina
70 g olio di semi
70 g zucchero
1 uovo

2° impasto
200 g di farina
60 g di olio di semi
60 g zucchero
3 tuorli
100 g uvetta
scorza di 2 arance

per la glassa
1 albume di un uovo piccolo
80 g di zucchero
40 g di farina di mandorle
10 g di amido

Iniziate con la biga, mescolando, in una ciotola, 60 g di farina con il lievito secco (1 grammo corrisponde a circa mezzo cucchiaino da caffé). Aggiungete 50 g d'acqua, il malto e impastate. Coprite con pellicola e lasciate lievitare per 8 ore, in luogo protetto (io l'ho messo nel forno con sportello chiuso e spento)
Trascorso il tempo, sarà aumentato notevolmente di volume e areato.
Rinfrescatelo reimpastandolo con 30 g di farina e 25 g di acqua a temperatura ambiente.
Lasciatelo lievitare per 6 ore poi procedete con il primo impasto
Sistemate gli ingredienti nella ciotola e unite la biga. Impastate gli ingredienti molto bene e a lungo facendo amalgamare la biga e il resto fino a ottenere un impasto omogeneo e ben elastico
Se avete l'impastatrice sarà tutto molto più semplice: programmatela per impastare per 5 minuti circa.
Coprite la ciotola con la pellicola e lasciate lievitare per 6-8 ore, dopodiché avrete un impasto molto areato

Proseguite con il secondo impasto: aggiungete gli ingredienti del secondo impasto e ripetete l'operazione per amalgamare i due impasti. Ora mettete l'impasto direttamente nel contenitori da panettone (io l'ho diviso in due parti e l'ho messo in due contenitori da panettone da 500 g ma se volete potete usarne uno da 1 kg).
Fate lievitare  per 6 ore senza coprire con pellicola in modo che formi una "pellicina" che reggerà la glassa.
Preparate la glassa mettendo tutti gli ingredienti in un mixer, così come ci insegna Cranberry, a cui mi sono ispirata, nel suo post su come realizzare il panettone glassato tradizionale.
Quindi disponete la glassa sulla superficie del panettone, decorate con mandorle se volete (si vede che io le avevo finite? :() e infornate (sul piano basso) per 10 minuti a 200° C. Poi portate la temperatura a 175° e cuocete ancora per 45 minuti circa.
Una volta cotti, fateli raffreddare a testa in giù per almeno 8 ore. Questa operazione è in genere fatta trafiggendo la base del panettone con due ferri, tipo quelli della calza, e mettendolo in un contenitore che possa tenerlo sospeso. Io, più semplicemente, ho usato dei contenitori un poco più grandi del peso previsto, quindi l'impasto non ha raggiunto la superficie e li ho potuti girare senza rovinare il panettone.

I tempi di lievitazione possono essere un po' dilatati o ristretti per essere adattati ai propri orari ma non quelli l'ultima lievitazione.
Mettete il panettone in un sacchetto di plastica e chiudete. Si può conservare per alcuni giorni... e tanti auguri a tutti!

venerdì 14 dicembre 2012

Bicchierini di polenta e carote.. sempre col ciuffo


Rimaniamo in tema di cucina sostenibile. Protagoniste sempre le carotine con il ciuffo (vedi il precendente post). Mentre le carote si conservano molto bene e a lungo, se poste a basse temperature, le foglie non fanno altrettanto. Infatti le carote vengono, in genere, vendute senza foglie e in confezione. Delle belle foglie, verdi e fresche indicano che le carote sono state raccolte da poco tempo e quasi sicuramente provengono da coltivazioni non troppo distanti. Questo è uno dei modi che ci aiutano a capire come rispettare alcune delle "regole" della cucina sostenibile: chilometro zero, stagionalità, utilizzo di tutte le parti dell'ortaggio ed evitare gli sprechi.
Questa volta le mie carotine si sono trasformate in un piccolo aperitivo o antipasto vegano. Chiaramente ho usato le foglie come un ingrediente a tutti gli effetti e ho adoperato quelle più coriacee (che sarebbero state scartate) per decorare il piatto.

Ingredienti:
(per 4 bicchierini)

100 g di farina di polenta
2 carote
le foglie tenere delle carote
olio extravergine di oliva
aglio
sale

Pulite e scottate per 5 minuti le foglie tenere delle carote. Preparate la polenta. In un tegame portate 1/2 litro d'acqua salata. Versate a pioggia la farina di polenta e cuocetela fino a che si stacchi dalle pareti del tegame. Toglietene metà e aggiungete le foglie cotte e tritate alla polenta rimasta nel tegame. Mescolatela per 5 minuti ancora. Stendete entrambe subito su un piano, in uno strato di 1-2 cm e lasciatele raffreddare. Nel frattempo pulite e preparate le carote. Tagliatele a cubetti piccoli e mettetele in una padella con un filo d'olio, un pizzico di sale e uno spicchio d'aglio in camicia. Fatele stufare per circa 10-15 minuti mescolando spesso (evitate che friggano). Tagliate la polenta in modo da formare degli strati da sistemare nei bicchierini. Iniziate con lo strato con le foglie, disponete uno strato di carote e continuare con uno strato di polenta semplice. Terminate con le carote e decorate con le foglie fresche delle carote.

con questa ricetta partecipo a "I magnifici 20 contest" di Tuttofadado



venerdì 7 dicembre 2012

Involtini con carote dal ciuffo

Sono sempre felice quando trovo le verdure fresche appena colte, soprattutto quanto si tratta di carote. Le troviamo sempre in confezione o in sacchetto (senza considerare quelle in busta, già cotte o in scatola). Ieri le ho trovate fresche, sfuse e con tutto il ciuffo. Non tutti sanno che la parte verde delle carote si può magiare... anzi è gustosissima. Si usano le foglie più tenere che sono delicate e molto aromatiche. Si possono preparare ottime frittate e minestre ma con un po' di fantasia si possono utilizzare in diverse preparazioni, sia come erbette che come aromatiche. Un bel  modo per utilizzare tutte le parti della carota ridurre gli scarti e fare un bel gesto per l'ambiente... e perché no, anche per il portafogli.

Ingredienti:
(x 2 persone)
mezzo petto di pollo in fette
mollica di due fette di pane
2 cucchiaini di capperi sotto sale
2 carote con ciuffo
semi di cumino (o finocchio)
1 foglia di alloro
farina
1 bicchiere scarso d'acqua o vino bianco
olio extravergine di oliva
sale

Pulite e affettate il petto di pollo in fette molto sottili o fatelo fare dal macellaio. Dissalate i capperi lasciandoli in acqua per almeno 15 minuti. Nel frattempo pulite le carote e le foglie tenere del ciuffo. Tritate il ciuffo. Dividete le carote a metà per la lunghezza e riducetele a banstoncini. Sbriciolate la mollica del pane e conditela con le foglie tritate, i capperi scolati e tritati (non aggiungete sale). Stendete le fette di pollo, distribuite un poco di pane e due o tre bastoncini di carota orizzontalmente. Arrotolate le fette e se sono abbastanza sottili, non serve lo stecchino per fermarli. Infarinateli e sistemateli in una padella con un filo d'olio. Aggiungete un cucchiaino scarso di semi di cumino (o di finocchio se preferite) e una foglia di alloro spezzettata. Quando sono leggermente coloriti, aggiungete un bicchiere scarso d'acqua (se volete un gusto delicato) o di vino bianco (se volete un gusto più intenso). Lasciateli cuocere per dieci minuti, fino a che il liquido si sia ridotto e formato la salsina. Servite subito.

Note: potete preparare gli involtini in anticipo e finire la cottura, sfumando col vino, all'ultimo momento.

mercoledì 7 novembre 2012

Tortino di riso con cuore fondente al formaggio di fossa e salsa di carciofi al profumo di menta

Dopo aver partecipato all'EcoFood Day, la giornata dedicata alla cucina sostenibile, organizzata da Food140 in collaborazione con l'Accademia di Alta Cucina "Pepe Verde", ora sono alle prese con il contest lanciato per l'occasione.
La sfida prevede che tutti i partecipanti, firmatari della "carta dei foodblogger", come vi raccontavo qui, elaborino una rivisitazione della ricetta proposta nella cooking class dallo Chef Cesare Amato. Si tratta della “Bordura di riso con crema di carciofi e lamelle di formaggio di Fossa” ed è su questa ricetta che verremo votate e giudicate. Eh sì perché oltre alla giuria formata da:
- lo Chef della scuola “Pepe Verde” Cesare Amato;
- Il Team di #Food140;
- Gli sponsor nella persona di Piero Romano per “
Fattoria San Sebastiano” e Dino Massignani per “Riserva San Massimo
soltanto le sei ricette più votate accederanno al giudizio finale.
QUI il link dove potete trovare e votare questa mia ricetta, se vi piace. In palio il servizio da 6 persone per la tavola della linea Bio Home di "Bitossi", realizzato in materiale 100% biodegradabile messo in palio da "Idee di Casa".
La mia idea è stata quella di scomporre e ricomporre il piatto rispettando l'elenco degli ingredienti ma il tutto in monoporzione che mi piace tanto e toglie dall'imbarazzo della salsa nel buco della ciambella ;)

Ingredienti 
(per quattro tortini)

100 di guanciale
1/2 cipolla
200 g di riso baldo superfino Riserva San Massimo
2 carciofi
600 ml di brodo vegetale
30 di formaggio di fossa
30 g di burro
150 ml di latte
30 g di farina 00
30 g di parmigiano
2 cucchiai di pangrattato
1/2 bicchiere scarso di vino bianco 
olio extravergine di oliva
olio alla menta Fattoria San Sebastiano 
sale
4 stampini

Preparate tutti gli ingredienti: lavate e mondate i carciofi e metteteli in acqua fredda, tagliate il guanciale, tritate la cipolla, grattugiate il formaggio parmigiano e il formaggio di fossa.
In un largo tegame mettete a rosolare il guanciale, dopo qualche minuto unite la cipolla, fatela appassire e aggiungete il riso Riserva San Massimo. Fatelo tostare bene e poi unite il brodo a poco a poco. Proseguite come un normale risotto e alla fine fatelo raffreddare.
Tagliate i carciofi a fettine sottili e scaldateli con un filo d'olio in un tegame, fateli rosolare brevemente e bagnateli con il brodo rimasto. Fateli cuocere per 20 minuti circa finché non saranno morbidi.
Per il cuore fondente, preparate un roux bianco con il burro e la farina, unite il formaggio di fossa grattugiato e il latte. Mescolate bene fino a ottenere una salsa molto densa.
Ungete i quattro stampini e spolverateli con il pangrattato. Mettete in ognuno il riso ben pressato lasciando al centro uno spazio per mettere due cucchiaini di besciamella al formaggio. Ricoprite con il riso rimanente e metteteli in frigo.
Preparate la salsa: frullate i carciofi, unite due cucchiai di olio alla menta Fattoria San Sebastiano e  riduceteli in una morbida purea.
Componete il piatto: mettete i tortini in forno già caldo a 180° per 10 minuti. Disponete la salsa sul fondo del piatto o lateralmente. Sfornate i tortini e sertite subito.

L'Eco Food Day

Il 20 ottobre scorso si è svolto l'Eco Food Day, un evento organizzato da Food140 in collaborazione con l'Accademia di Alta Cucina "Pepe Verde".


L'intento della giornata è stato quello di sensibilizzare il mondo del web riguardo la tutela dell'ambiente e la diffusione di pratiche di sostenibilità in ambito food, seguendo il semplice principio: "alla base di ogni prodotto alimentare c’è un eco sistema da proteggere e valorizzare". L'iniziativa è stata accolta con entusiasmo e la sottoscrizione della "carta dei foodblogger" è stata la dimostrazione dell'impegno preso da tutti noi per tutelare e rispettare l’ambiente in cui viviamo.
E quale modo migliore per battezzare un'iniziativa del gerenere se non riunire dei food-appassionati in una cooking class? Io e altri 19 foodblogger siamo stati invitati ad assistere alla preparazione di tre manicaretti preparati e spiagati dallo chef Cesare Amato che davanti ai nostri occhi ci ha stupiti con la sua bravura e simpatia.
è stato bello avere uno chef tutto per noi :)

Ed ecco serviti i tre piatti:
gli sformatini di riso con zucca e rosmarino
il risotto con scarola e salmone
la bordura di riso con carciofi e fomaggio di fossa, pronta per essere servita

La giornata è stata davvero coinvolgente e mi ha dato la possibilità di conoscere tante belle persone che condividono la mia stessa passione.
Un ringraziamento speciale va anche ai green-sponsor della giornata: Idee di Casa, la Fattoria San Sebastiano con il suo olio alla menta e la Riserva San Massimo con il suo riso.

mercoledì 31 ottobre 2012

Eco-Halloween



Si sta avvicinando la notte delle streghe e, nonostante il brutto tempo, molti si stanno preparando per la notte più spaventosa dell'anno. Biscotti, dolci, caramelle e tante tante zucche. Halloween è una festa di origine celtica e tipica dei paesi anglosassoni ma negli ultimi anni si è diffusa anche in Italia. Chi più, chi meno, è d'accordo nel festeggiare la notte delle streghe ma molti sono concordi nel pensare che molto sia dovuto all'enorme giro di affari che la festività genera. Vogliamo parlare del consumismo legato alle festività? Vogliamo parlare del fatto che Halloween non fa parte delle nostre festività tradizionali e che forse non ne avrebbe mai fatto parte se non ci fosse stato un interesse economico e commerciale? Ogni anno i pro e i contro accompagnano la festività.
Vabbe’ vi risparmio quello che penso in merito e vorrei lasciare/lanciare qualche suggerimento per una notte delle streghe più sostenibile.

La zucca:
se la incidete o intagliate, fatelo all’ultimo momento in modo che il giorno dopo sia ancora buona da poter essere consumata e non buttata.
Se la decorate o dipingete, scegliete colori atossici lavabili o colori alimentari in gel. Finita la funzione Halloweenesca la si può lavare e mangiare.

Vestiti e travestimenti:
cercate vestiti, maschere, cappellini etc., utilizzati durante feste precedenti o organizzate, con le mamme e gli amichetti di scuola, uno scambio di vestiti che ai bimbi più grandi non vanno o non interessano più ma possono essere utilizzati dai bimbi più piccoli.. e così anche per tutti gli accessori.

Le decorazioni:
acqustate fantasmini, ragni, insetti e festoni riutilizzabili per gli anni successivi: l’ambiente e il portafogli vi ringrazieranno

i dolcetti:
non acquistate più dolcetti e caramelle del necessario. Chiaramente non devono scarseggiare, soprattutto per i bambini ma quante volte finite le feste rimangono enormi quantità di dolci? Fate in modo di non doverli buttare o doverne mangiare per settimane, con evidenti conseguenze sulla vostra linea o i denti dei bimbi.

Happy Halloween a chi lo festeggia.

giovedì 25 ottobre 2012

Parmigiano Reggiano Night

Sabato 27 ottobre si terrà la Parmigiano Reggiano Night, la prima cena web 2.0, una serata virtuale dedicata a uno dei prodotti d’eccellenza del nostro paese.
Tutti sono invitati a contribuire, divulgando l’informazione e coinvolgendo parenti e amici.
Come partecipiamo alla cena? Ognuno può preparare una ricetta con il parmigiano reggiano ispirandosi a una di quelle pubblicate sul sito. Oppure può cimentarsi con la ricetta ideata per l’occasione dallo chef Massimo Bottura. Il famoso chef ha preparato un piatto speciale, il “risotto cacio e pepe” e in questo video spiega bene l’obiettivo dell’iniziativa:

Una volta preparate le ricette con il Parmigiano Reggiano, le fotografiamo e le pubblichiamo qui: https://apps.facebook.com/parmigianonight/
Io partecipo con la ricetta "Zuppetta di spinaci e Parmigiano Reggiano" ispiarata all'omonima dal sito del Parmigiano Reggiano
Partecipiamo numerosi e daremo una mano, o anche solo un pensiero positivo, ai buoni prodotti italiani e al territorio dell’emilia terremotata.

venerdì 5 ottobre 2012

Pane azzimo sfogliato

Questo pane è nato una sera in cui non c'era pane in casa e qualcuno di mia conoscenza non aveva nessunissima intenzione di mangiare le mie squisite (per lui orrende) gallette di riso. In quel periodo avevo deciso di evitare i lieviti, quindi, la soluzione fu una via di mezzo, un pane azzimo.
Ho provato varie volte a fare il pane azzimo in casa ma spesso ho ottenuto risultati delundendi. Il pane non cuoce bene o cuoce troppo, può venire gommoso o troppo duro e se non lo si consuma subito, il giorno dopo è praticamente impossibile da mangiare.
Allora ho provato a sfogliarlo. Sì, proprio come una pasta sfoglia, l'ho piegato, steso, ripiegato e risteso quattro volte e avendolo ripiegato ogni volta in quattro strati, praticamente è risultato sfogliato 16 volte. 
Ho anche usato olio, sale e rosmarino, che normalmente non sono previsti nel pane azzimo ma così risulta più gustoso e croccante.

Ingredienti:

250 g di farina 00
100-125 ml di acqua
olio extravergine di oliva
rosmarino
sale

Mettete la farina in una ciotola e aggiungete un pizzico di sale, qualche ago di rosmarino e poca acqua per volta mescolando, fino ad avere un impasto leggermente più consistente dell'impasto del pane normale. La quantità d'acqua dipende molto dalla farina e dalla temperatura e umidità dell'ambiente. Vi ho indicato la quantità che ho utilizzato io. Versate l'impasto su una spianatoia o su un piano e lavoratelo con le mani fino a che risulti liscio e omogeneo. Ora stendetelo con il matterello.
 Spennellatelo di olio e ripiegatelo in quattro.



Stendetelo di nuovo e ripetete l'operazione altre tre volte, spennellando di olio ogni volta (in tutto non impiegherete più di 5 minuti). Dividete l'impasto in quattro parti e stendetelo ad avere uno spessore di 3-5 mm. Mettete le sfoglie sulla teglia del forno foderata di carta da forno e cuocete a 180°C fino a quando il pane risulterà dorato (20-30 minuti circa).

note:
- vi consiglio di consumarlo subito oppure consumaelo al massimo il giorno dopo conservandolo in un sacchetto di carta dentro uno di plastica.

venerdì 21 settembre 2012

Taste of Roma 2012

Che direste se poteste assaggiare i migliori piatti dei 12 migliori ristoranti di Roma? Averli tutti a disposizione e scegliere? L'opportunità esiste ed è offerta da "Taste of Roma" organizzato nei giardini pensili dell’Auditorium Parco della Musica.
Un vero festival della ristorazione per gli appassionati del mangiar bene italiano. E non solo un tour tra i ristoranti ma anche l'opportunità di gustare vini, dolci e partecipare a show-cooking, corsi e workshop di cucina e conferenze. 
Beh ad un evento come questo non potevo mancare :)
I miei assaggi:
Pancia di maiale con ricotta di bufala e fico settembrino, saba e pepe verde
Glass Hostaria - Cristina Bowerman










Salmone selvaggio con salsa di anguria, tartufo nero e asparagi di mare
Giuda Ballerino - Andrea Fusco


Torta di gaspè (baccalà) e patate con bagna cauda moderna
Acquolina Hostaria in Roma - Giulio Terrinoni


"Rocher" di coda alla vaccinara con gelèe di sedano
Tiramisù di baccalà e patate con lardo di cinta senese
Ristorante all'Oro - Riccardo di Giacinto

Un consiglio? Studiate bene il programma prima e gli assaggi che gradireste altrimenti potrebbe diventare dispersivo rischiate di perdere un sacco di tempo. Nel sito ufficiale tutte le info e i prezzi (ahimé si paga ingresso e assaggi).

giovedì 23 agosto 2012

Smoothie arancia-carota

Caldo, caldo e ancora caldo! E il telegiornale annuncia ondate di caldo come se fino ad ora avesse fatto 10 gradi sotto zero :( 
Bisogna bere molto e reintegrare sali minerali e vitamine. Ho guardato nel frigorifero e ho visto le carote, un paio di arance (non sono proprio di stagione, lo so, ma nei cocktails estivi ci sta così bene) e lo zenzero (mai assente). Che bel carico di vitamina C e carotene per la mia abbronzatura, ho pensato! 
Ho preparato uno smoothie dissetante, energetico e vitaminico! Vi consiglio di aggiungere qualche fogliolina di menta (io l'avevo finita).

Ingredienti:
(per 2 persone)

2 arance
2 carote
2 cm di zenzero fresco
il succo di mezzo limone
ghiaccio
1-2 cucchiaini di miele (facoltativo)
2 rametti di menta

Togliete la buccia all'arancia e mettete gli spicchi nel bicchiere di un frullatore (o usate un frullatore a immersione). Pulite le carote, tagliatele a pezzi e mettetela nel frullatore. Unite anche il succo di limone, un pezzetto di zenzero sbucciato di circa due centimetri, qualche cubetto di ghiaccio e, se volete, il miele. Frullate tutto molto bene e versate subito nei bicchieri. Decorate con i rametti di menta e, se fa molto caldo, aggiungete ancora ghiaccio.

venerdì 17 agosto 2012

Panzanella con lenticchie

Continua il caldo e continua la voglia di piatti freschi e facili da preparare, senza stare troppo ai fornelli. La soluzione è spesso il piatto unico. In questo caso bisogna unire i nutrienti principali: carboidrati, grassi (buoni), proteine, più vitamine e minerali apportati dalle verdure. Ho pensato a uno dei piatti estivi più freschi e saporiti che siamo soliti mangiare in estate e che tanto mi ricorda l'infanzia: la panzanella. L'ho rivisitata un poco e per la parte proteica ho pensato ai legumi. 
Ed eccomi al secondo appuntamento della serie di piatti freddi con i legumi (il primo qui). 
Le lenticchie sono semplici da preparare e hanno una cottura molto più veloce degli altri legumi, quindi, per me ottime. Sono ricche di proteine, fibre e sali minerali (soprattutto ferro). Proprio per la loro facilità di preparazione, non avete motivo di utilizzare quelle in barattolo (che vi sconsiglio). Io le preparo semplicemente lessandole, da sole, senza sale (che aggiungo negli ultimi minuti di cottura) né altro, perché mi piacciono al naturale e posso poi usarle in qualsiasi preparazione (la pasta e lenticchie è buonissima) o insaporirle come mi pare. Se le preparate per una zuppa, comunque vi consiglio di unire nell'acqua di cottura una foglia di alloro e un pezzetto di cipolla che ne esaltano il sapore.

Ingredienti:
(per 2 persone)
 
300 g di lenticchie già cotte
4 fette di pane toscano o 2-3 di casereccio (meglio se di un paio di giorni)
4 pomodori maturi tipo San Marzano maturi
1 spicchio d'aglio (facoltativo)
olio extravergine d'oliva
due ciuffi di basilico
sale

Pulite e tagliate i pomodori a cubetti o come più vi piace e metteteli in una ciotola. Conditeli con sale, olio e l'aglio diviso in due-tre pezzi (in modo che rilasci l'aroma e sia poi facile da eliminare). Bagnate velocemente il pane con acqua (senza inzupparlo eccessivamente) e tagliate anche questo in piccoli pezzi o sbriciolatelo grossolanamente con le mani. Unitelo al pomodoro insieme alle lenticchie e mescolate bene aggiungendo eventualmente ancora un po' d'olio e sale per condire. Tritate il basilico, aggiungetelo alla panzanella e lasciate che il tutto si insaporisca per qualche minuto.

Note:
- se vi piace, è ottima anche con qualche anello di cipolla rossa fresca.
- potete prepararla in anticipo e trovarla fresca e pronta magari al ritorno dal mare. Per evitare che il pane risulti troppo molle, preparate tutto in anticipo ma bagnate il pane all'ultimo momento.
- è un ottimo modo per usare legumi avanzati e pane non più fragrante.

Con questa ricetta partecipo al contest "...freddo... d'estate!!!" di "#Food140"

mercoledì 13 giugno 2012

Eataly apre a Roma

Eataly apre anche a Roma! Grazie a Oscar Farinetti che ha creduto nel potenziale della città e ha realizzato il progetto.
E proprio Oscar Farinetti ci ha presentato, in anteprima, la sua "creatura", durante un piacevolissimo tour guidato. Ci ha descritto come ogni scelta, dai prodotti ai collaboratori, sia stata effettuata con l'obiettivo della ricerca dell'armonia: "in genere chi cerca l'armonia mangia bene" (cit.).
Ridurrò le parole al minimo, proponendo solo un assaggio di quello che aspetta il visitatore di Eataly, perché le cose da dire e vedere sono talmente tante (e non le descriverò tutte) che il post rischia di diventare infinito.

I numeri (impressionanti) di Eataly
17.000 Mq distribuiti su 4 piani
23 luoghi di ristoro
40 aree didattiche
8 aule per i corsi
14.000 prodotti in vendita
500 collaboratori
8 luoghi di produzione a vista
2 sale riunioni
1 area expo
1 centro congressi

Il dolce e salato di Eataly

 I "Golosi di salute" di Luca Montersino (Piemonte)

La piadina romagnola dei fratelli Maioli (Cervia)

Il gelato di Ugo Alciati e "Lait" (Asti)
 

Il cioccolato di Venchi (Piemonte)

I panini di Alessandro Frassica "Ino" (Firenze)
 


La mozzarella prodotta al momento di Roberto Battaglia
 
Le Osterie Romane 

"Fratelli Cacciani" da Frascati 
"L’Oste della Bon’ora" da Grottaferrata
"Anna Dente" da San Cesareo 

La carne di Eataly

Sergio Capaldo, fondatore de "La Granda"


Gli "sfoglini" di Eataly

"Egidio Michelis" da Mondovì

La pizza di Eataly

I vini di Eataly


... e ancora: l'orto didattico, la libreria a tema, la panetteria con pane a lievitazione naturale, il ristorantino delle verdure, il pesce fresco di giornata, le aule didattiche, la produzione di birra artigianale, la friggitoria a "cuoppo", la caffetteria "Illy", l'aperitivo di "vino libero", il reparto "tavola & cucina", l'elegante "Ristorante Italia", etc, etc.... senza dimenticare la presenza e lo stile di "slow food", con tante idee, solo per citarne alcune: lezioni di educazione alimentare, gratuite per bambini e pensionati, lezioni per il riuso e il riciclo dei materiali (es. produzione di sapone ecocompatibile utilizzando gli olii esausti di cucina), raccolta rifiuti defferenziata totale e molto altro ancora.
Insomma un grande e ricco "paese dei balocchi"  della cultura enogastronomica italiana!

Eataly nel mondo

stampa il post

Print Friendly and PDF
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...